Il Piccolo Museo della Moto ha aderito alla decisione di MiBAC [Ministero per i Beni e le Attività Culturali] di sospendere l'apertura straordinaria e le attivirà programmate nel corso dell'apertura medesima in seguito ai gravi fatti di Brindisi. Ha ritenuto, anche dietro parere favorevole degli stessi funzionari del Ministero, di consentire la visita serale del Museo a quanti per tempo si erano presentati all'ingresso ben prima dell'aperura delle ore 20, non essendo a conoscenza del comunicato di MiBAC trasmesso dai canali televisivi e radiofonici.
Numerose sono state le presenze registrate nel corso della serata all'interno dei padiglioni del Museo. Tra tutti gli ospiti è stato per noi di particolare soddisfazione vedere la partecipazione di un pubblico giovanile che ha mostrato un particolare interesse per gli esemplari delle moto in esposizione. Alle 23, come da programmazione, è stato giocoforza congedarli per la buona notte.

«LA PRODIGIOSA MONDIAL DI DRUSIANI» DI NUNZIA MANICARDI
L’ESALTANTE MILANO –TARANTO DEL 1954 DI REMO VENTURI E DELLA MONDIAL 175.

Un evento, quello di sabato 21 aprile, organizzato dal Piccolo Museo della Moto di Guastalla nell’ambito della XIV Settimana della Cultura indetta dal Ministero per i Beni Artistici e Culturali, con il patrocinio del C.A.M.E.R. e dell’Amministrazione Comunale di Guastalla, retto su due colonne portanti, Nunzia Manicardi che ha il grande merito, con questo primo volume, di aver riportato alla luce e raccontato la storia della Mondial e del suo geniale progettista Alfonso Drusiani , nonché di aver recuperato la testimonianza di quell’ambiente tecnico nella Bologna del dopoguerra che ha dato ben più di un fondamento alla concezione e realizzazione di questa moto che per quei tempi era “prodigiosa”; e l’altra colonna, quel Remo Venturi che quella storia ha contribuito a farla da protagonista, grazie alle sue numerose vittorie in sella alle Mondial, su tutte quella nella Milano – Taranto del 1954 che ha tutt’ora dell’incredibile.
Un evento articolato in due momenti ben distinti, in funzione del tipo di pubblico cui la presentazione del libro era rivolta .
Al mattino nell’ambito della Giornata dell’Eccellenza Tecnologica, nell’aula magna dell’Istituto Superiore “Bertrand Russell”, presenti il sindaco di Guastalla Giorgio Benaglia e l’assessore provinciale alla formazione Ilenia Malavasi con la consegna del premio agli studenti dell’ITIS vincitori del concorso INAIL-MIUR 2010-2011 “Investi in sicurezza” e della borsa di studio “Francesco Bertazzoni” assegnata allo studente che frequenterà un corso di formazione in America; nella stessa sede è stato annunciato l’accordo di collaborazione per l’aggiornamento delle tecnologie in uso per la formazione tecnica tra CNA Reggio Emilia e l’Istituto. Tutti gli interventi hanno rimarcato la necessità di implementare la preparazione dei giovani in vista del loro futuro lavorativo e del loro inserimento nel mondo delle imprese. Ma in quest’ottica rivolta al domani il programma della giornata ha riservato il posto d’onore a Nunzia Manicardi e al suo libro “La prodigiosa Mondial di Drusiani”, presentati alla platea colma di studenti dalla preside Lalla Spaggiari. Grazie infatti al coordinamento dei prof. Ferrari e Pinardi e alla docente d’italiano, la prof. Silvana Artioli, il libro è stato adottato tra i testi per la maturità. Nunzia, grazie alla sua esperienza d’insegnante, ha preferito dare un “taglio” più agonistico che prettamente tecnico alla sua relazione ai ragazzi, parlando dei sorprendenti risultati che fin dall’esordio hanno caratterizzato la Mondial, il giro più veloce al debutto a Faenza nel GP delle Nazioni con alla guida Francesco Lama, i record mondiali di velocità conquistati sotto la pioggia sul rettifilo di Cremona poche settimane dopo. Un buon giorno, per questa moto, che si vede fin dal mattino: pochi esemplari costruiti, data la scarsità dei mezzi disponibili, proseguito con un palmarès di vittorie unico, che ha segnato un decennio, quello tra il 1948 e il 1957, anno del “patto di astensione” tra le case motociclistiche italiane, con 10 titoli vinti, 5 marche e 5 piloti, 18 Gran Premi all’attivo: «la classe 125 divenne un feudo pressoché esclusivo per la marca bolognese, con 4 titoli, cui si aggiunse una vittoria iridata anche nella 250… La Mondial ha vinto con grandi campioni, ma ha anche contribuito a creare dei grandi campioni», ha sottolineato Nunzia.
A fianco di Nunzia e a darle man forte Remo Venturi, l’indimenticato campione degli anni cinquanta-sessanta, vincitore assoluto della Milano-Taranto 1954 su Mondial 175, un’impresa che tutt’ora ha dell’incredibile, se si pensa che la maratona attraverso l’Italia vedeva il dominio incontrastato delle 500. Remo giunto a Guastalla direttamente da Spoleto, proprio nel giorno del suo 85° compleanno, il 21 aprile, è stato accolto dal pubblico degli studenti con un’ovazione. Perché è autentica ammirazione quella dei giovani per questi grandi campioni senza età, per le loro esperienze agonistiche e di vita. Con una raccomandazione rivolta ai ragazzi da parte di Remo: «la moto è la cosa più bella, per me, ma con le moto di oggi occorre usare la testa, sempre». Lui partito da Milano quel 20 giugno 1954, reduce da una rovinosa caduta in gara la settimana precedente, con una spalla lussata e la mano sinistra malconce e doloranti, che fino a Napoli pensava al ritiro e per questo aveva maltrattato la meccanica della sua Mondial che non ne aveva voluto saperne di rompersi, mentre i compagni, a cominciare da Provini, dotati dei mezzi migliori, avevano dovuto abbandonare. Remo che dopo Napoli, trovandosi tra i primi in classifica generale, non ha più sentito il dolore e la fatica ed è riuscito a sconfiggere, ancor prima delle 500 che erano date per favorite, il nubifragio sull’Appennino in Irpinia, e il fortissimo vento di traverso nel Tavoliere che buttava i concorrenti fuoristrada. Remo che a Taranto è giunto in 13 ore e 18 minuti 7 secondi, con un solo minuto di vantaggio sul secondo, Maranghi, dopo 1.300 kilometri di corsa. Per la Mondial fu un trionfo quell’anno: tre Mondial ai primi tre posti in classifica generale, sei nelle prime dieci. Venturi ha ricordato che sempre in quell’anno felicissimo per la Mondial lui era in testa al Motogiro con quattro tappe all’attivo. Alla quinta ruppe e la vittoria toccò Provini. Alla Mondial si stava come in famiglia; quando l’anno seguente passò alla MV, era come stare in caserma: per contratto, solo se la prima guida era out, c’era il via libera per lui.
Ed eccoci al pomeriggio al Museo Bariaschi per il secondo tempo, con una piccola folla di appassionati già assiepata all’ingresso prima ancora dell’apertura delle 15. Alle 18, alla chiusura, di convenuti se ne conteranno oltre 100 (tra cui, presente fin dal mattino, il presidente del CAMER Gianni Marchetti e, successivamente, anche il consigliere Lorenzo Prato con Bruno Piccinini). Sono venuti anche da lontano, per la Mondial, per il libro di Nunzia e per Remo, perché fin dagli anni 50 la Mondial e Remo hanno avuto, a Bologna e in tutta la regione, un seguito di estimatori, e l’affetto e i ricordi sono vivi tutt’ora. Per questo sono tutti ben attenti ad ascoltare le affermazioni di Nunzia, che in questo modo riceve i giusti input per tirare fuori tutto il suo bagaglio di conoscenze di ricercatrice: «Quella della Mondial è una storia bellissima, ma… chi può dire di conoscerla veramente?... Perché allora ne sappiamo così poco?... Il perché sta nel fatto che nella storia della Mondial tanti hanno avuto dei meriti, da Drusiani, a Sceti, al conte Boselli, e, dopo Drusiani, Taglioni…, ma appunto per questo essi si sono andati sovrapponendo a tal punto da non poter individuare con precisione a chi e in che misura questi meriti debbano essere attribuiti. Per questo non basta recuperare i dati, le testimonianze, le fotografie, i documenti, operazione difficile e di grande fatica – sottolinea Nunzia – occorre sapere interpretare tutto questo materiale, ricostruire con onestà intellettuale il filo degli eventi, delle cose e dei protagonisti. Alla fine le mie ipotesi di partenza sono state confermate punto per punto. Al lettore più attento non sfuggirà quanto la storia che sta per leggere sia sostanzialmente divergente da quella che fino ad oggi era considerata, forse un po’ troppo frettolosamente, la storia della Mondial. Emerge in particolare la figura del progettista-costruttore Alfonso Drusiani, sinora rimasto nell’ombra, benché quelli più addentro nei fatti, come ho poi scoperto, se ne rammaricassero. È a lui infatti che si deve la nascita della Mondial. Non è stato semplice, anzi, complicatissimo, seguire il filo ingarbugliato degli eventi. Ho dovuto ricostruire la storia del motociclismo, in particolare quello delle case sorte e cresciute a Bologna e dintorni tra gli anni venti e gli anni sessanta, una matassa fittamente annodata, soprattutto perché le singole storie andavano continuamente ad intersecarsi. Ho dovuto anche fare uno sforzo di comprensione della psicologia delle persone coinvolte in questa storia, i loro sogni, le loro ambizioni, gli entusiasmi, le frustrazioni, le delusioni…».
«A me non sembrava di andare così forte, di strafare – ribadisce Venturi - mi veniva facile, naturale, spontaneo. Erano gli altri che dicevano che andavo forte, ed è vero che stavo davanti, tra i primi. Quando nel 1953, a fine anno il conte Boselli non solo non mi ha fatto pagare la Mondial monoalbero che avevo scelto a inizio stagione, perché il 4 tempi era superiore ai due tempi, e per la quale avevo firmato un sacco di cambiali - io non avevo una lira – anzi, ha staccato un assegno come premio per i risultati raggiunti, mi sembrava di avere vinto la lotteria. Certo che poi entrano in gioco la fortuna e la sfortuna. Nel 1954, meritavo di vincere il Motogiro, che avevo dominato e all’ultima tappa ho dovuto ritirarmi per una valvola. Alla Milano-Taranto, mi ero dovuto accontentare del motore che mi avevano dato, non certo il migliore, e ho vinto. Alla MV eravamo in 12 in squadra, e ho dovuto affrontare la concorrenza degli altri piloti per diventare seconda guida. Dicevano che ero troppo minuto per la 500, che ero più adatto per le cilindrate minori, eppure, come dice il signore qui in prima fila che allora era un ragazzo e faceva il tifo per me, all’inizio degli anni sessanta io con la Bianchi e Hailwood con la MV, soprattutto in staccata, ce la giocavamo alla pari, e questo accadeva anche prima, con Surtees designato prima guida». «Scriva – s’intromette l’amico di Remo che l’ha accompagnato nel viaggio da Spoleto e stasera guiderà di nuovo fino a casa – una vecchia abitudine, presa fin dagli inizi della carriera agonistica, nei primi anni cinquanta: trasferte di notte per arrivare sui campi di gara in tempo per provare, a pane e mortadella, rientro dopo mezzanotte, per attendere il pagamento dei premi da parte degli organizzatori, giusto in tempo per giungere a casa all’ora d’inizio del lavoro – scriva pure che a quei tempi vincere una Milano–Taranto, in quel modo poi, equivaleva a una vittoria nel mondiale». Certo che lo scrivo, dico io.

Eugenio Baracchi

 
(8 febbraio 2012)
IL PICCOLO MUSEO DELLA MOTO [MUSEO BARIASCHI] “ENTRA IN RETE”.

Il Museo Bariaschi [Piccolo Museo della Moto] “entra in rete”: è impegnato ad acquisire lo status di “museo riconosciuto” dalla Regione Emilia Romagna, è per ora già inserito al numero 447 del repertorio dei musei nella banca dati di IBC Regione Emilia Romagna. Per quanto riguarda la Provincia di Reggio Emilia partecipa al coordinamento del sistema museale territoriale volto alla valorizzazione delle attività culturali. In questo quadro aderisce all’iniziativa della Notte dei Musei che si terrà su tutto il territorio nazionale sabato 19 maggio.
Ma questa sarà solo la terza iniziativa “in rete” proposta dal Museo per gli appassionati della moto d’epoca nel corso della prossima stagione primaverile. Il Museo recepisce la nota del Ministero per i Beni Artistici e Culturali, Direzione Emilia Romagna, riferita in particolare alla XIV settimana della Cultura che si terrà tra il 14 e il 21 aprile prossimi, ma che indica anche aperture straordinarie e sempre gratuite sia in occasione della ricorrenza di San Valentino, sia per la Festa della Donna.
Il primo evento che si è deciso di promuovere è quello dell’8 marzo, una apertura straordinaria, fissata per sabato 10 marzo dalle 15 alle 18, seguendo il tema espositivo «DONNE E MOTORI - La moto al femminile tra il dopoguerra e gli anni del boom».
Si vuole infatti mettere in luce come la moto, che prima della guerra era una cosa da uomini, anzi, un attrezzo per “manici”, un oggetto complicato e pericoloso, scomodo e sporchevole, con il dopoguerra e l’avvento della motorizzazione di massa, prima con le bici “da donna” dotate di motorino ausiliario, poi con il lancio di motocicli dotati di telaio monotrave a V che permetteva anche alle signore di salirvi senza “scavalcare”, e da ultima, ma non ultima, con la moda dello scooter, coniugata in tante marche ed enfatizzata dalle prime campagne pubblicitarie “all’americana” hanno contribuito ad una nuova visione del ruolo della donna nella società e nelle attività legate al lavoro e al tempo libero, non più “l’angelo del focolare” delle canzonette di regime dell’anteguerra.
L’apertura avviene in concomitanza con la 100 Miglia delle Terre Gonzaghesche, manifestazione di regolarità per autostoriche, facente parte del circuito Torri e Motori, in calendario a Guastalla per domenica 11 marzo. Sarà dunque l’occasione per i partecipanti di pre-gustare le specialità guastallesi con la visita del sabato al Piccolo Museo della Moto. Senza dimenticare che già dallo scorso anno il museo opera in sinergia con l’altro museo “nella rete” di Guastalla, il Museo della Città, che ha la propria sede all’interno del Palazzo Ducale, un’altra chicca per gli ospiti che desiderano non solo “scaldare” motori e cronometri ma vivere in maniera approfondita la città gonzaghesca. In più quella stessa domenica, sempre nella residenza dei Gonzaga, sarà inaugurata la mostra antologica del noto pittore guastallese Afro Daolio, scomparso da poco, grande estimatore e valorizzatore dell’opera di Antonio Ligabue.
La XIV settimana della cultura promossa dal Ministero vedrà poi in aprile la presentazione a cura del Museo del libro di Nunzia Manicardi «La prodigiosa Mondial di Drusiani» in calendario sabato 21 in due distinte sessioni, al mattino nell’aula magna dell’Istituto Superiore “Bertrand Russell” per gli istituti tecnici e i licei, il pomeriggio nella sede del museo, a diretto contatto con le cinque Mondial esposte nei diversi padiglioni. Questa seconda presentazione avverrà in collaborazione con il CAMER di Reggio Emilia e con gli altri club motoristici della Bassa Reggiana.
A illustrare il libro, il primo di due volumi sulla storia della Mondial, sarà la stessa autrice, al suo fianco Remo Venturi, l’indimenticato campione motociclistico, due volte vicecampione del mondo con la MV alla fine degli anni cinquanta e protagonista di una grande imprese alla Milano-Taranto del 1954, primo assoluto su una Mondial 175. Venturi avrà modo di portare, in particolare ai giovani, la testimonianza in diretta dell’epopea motociclistica di quegli anni.
Sarà anche l’occasione per festeggiare il suo compleanno che cade proprio in quel giorno.